domenica 7 febbraio 2016

Perfetti sconosciuti

Metti, una sera a cena... I padroni di casa sono Rocco ed Eva: il primo è chirurgo plastico, e persona umana e sensibile; la seconda fa la psicoterapeuta, si chiede se ancora vuol bene al marito, fatica a comprendere la figlia adolescente. Tra gli ospiti Bianca e Cosimo, freschi sposi; lei innamoratissima, veterinaria, timida e riservata; lui tassista provvisorio, sempre in cerca di un'attività autonoma che gli consenta di "svoltare". Poi ci sono Lele e Carlotta, coppia collaudata: lui riveste il ruolo di funzionario nell'ufficio legale d'una grande azienda privata; lei, lasciato il lavoro, s'occupa soltanto dei loro due figli. Infine Peppe, che si presenta da solo: avrebbe dovuto essere accompagnato da una nuova fidanzata, che però ha dato forfait perché ammalata. Esaurite le chiacchiere di rito, ad Eva viene un'idea bizzarra ma alquanto pericolosa: posare ognuno il cellulare sul tavolo per la serata, rispondendo a messaggi e telefonate in viva voce, senza celare alcunché...

Singolare percorso registico, quello di Paolo Genovese: ad eccezione di un primo periodo nel quale ha fatto coppia artistica quasi fissa con Paolo Miniero (senza risultati esaltanti, aggiungiamo), passato ad operare in solitudine si è messo al servizio di comici affermati quali Aldo, Giovanni e Giacomo per "La banda dei Babbi Natale" (2010); ha ottenuto un notevole successo con quel concentrato di carinismo che è "Immaturi" (2011, con un seguito meno riuscito); ha realizzato, di poi, "Una famiglia perfetta" (2012), dove - con l'ausilio di un solido testo teatrale spagnolo - è sembrato mirare ad una commedia "adulta". I successivi "Tutta colpa di Freud" (2013) e "Sei mai stata sulla luna?" (2014) segnano, però, un vistoso arretramento - soprattutto il secondo, invero inguardabile - rispetto ai passi compiuti.

Pure Dino Risi, si dirà, ha firmato tanti titoli alimentari, alcuni buoni film e due-tre capi d'opera: tuttavia, dato che il nostro è arrivato ai cinquanta (è nato a Roma, nel 1966), dovrebbe prendere una decisione su cosa vuol fare da grande. Frattanto, al critico non resta che indicare, in "Perfetti sconosciuti", l'esito suo più compiuto e convincente. Questa riunione di sodali che, atterriti, assistono al trasformarsi d'una occasione conviviale in un jeu de massacre è condotta con polso fermo e l'ausilio d'una sceneggiatura dove le dieci mani non sono - per una volta - sinonimo di caos. E' così che individui che si conoscono da una vita si trasformano nei "perfetti sconosciuti" del titolo: ed i "facilitatori di comunicazione" oggi in voga in un'arma tagliente facendosi diari intimi all'insaputa dei vergatori, oggetti pericolosi a causa del narcisismo di chi non li usa ma - appunto - ci gioca. Quello che s'impossessa di loro è uno smarrimento che, implacabilmente, si trasforma in orrore: ma è voluto, in qualche modo, in quanto prodotto di una incapacità a comprendere che è la protezione dell'altro a conferire senso all'esistenza. Quando, alla fine, Rocco avverte che ciascuno è troppo "frangibile" per certi esperimenti, svela il senso ultimo della pellicola: gran merito di Genovese è aver preso di petto la vicenda, senza evitare passaggi spinosi né chieder troppo alla sospensione dell'incredulità (ad un certo punto, le rivelazioni si accumulano, ma la struttura tiene senza stridori). E non ci si faccia ingannare: evitando disvelamenti (se qualcuno di voi ha conoscenza dell'ucronia è sulla buona strada, diciamo), il finale non è lieto; semmai, conferma che solo l'ipocrisia, l'accettazione di regole non scritte salva dall'abisso. Uno scioglimento in linea con lo spleen acre della miglior commedia indigena, tra Scola e Pietrangeli; senza timori reverenziali o di botteghino.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

PERFETTI SCONOSCIUTI. REGIA: PAOLO GENOVESE. INTERPRETI: KASIA SMUTNIAK, MARCO GIALLINI, VALERIO MASTANDREA, ANNA FOGLIETTA, EDOARDO LEO, GIUSEPPE BATTISTON, ALBA ROHRWACHER. DISTRIBUZIONE: MEDUSA. DURATA: 97 MINUTI.

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