lunedì 23 marzo 2015

La famiglia Bélier


Nella famiglia Bélier padre, madre e fratellino sono tutti sordomuti, e tocca alla 16enne figlia Paula, l'unica a non soffrire di questo handicap, il ruolo fondamentale d'interprete per i genitori. I Bélier vivono in provincia, producendo formaggi che vendono, poi, nei mercati. Malgrado le prevedibili difficoltà, la coppia composta da Rodolphe, contadino eclettico e sempre pronto al sesso, e sua moglie Gigi, donna esuberante e lieta, è di genitori inappuntabili ed affettuosi per entrambi i figlioli. La loro pare una consolidata routine, quando due fatti nuovi giungono a rivoluzionarla: papà Rodolphe decide, nonostante i suoi limiti, di candidarsi alla carica di sindaco, per contrastare la rielezione del trombonesco prima cittadino in carica; e Paula scopre d'esser considerata un vero talento musicale dal signor Thomasson, insegnante di musica, intenzionato a farla partecipare a un concorso canoro che si terrà a Parigi. Ma come andar via dalla famiglia, che fa conto su di lei quale unica risorsa per comunicare con il mondo esterno?
"Quello che mi interessava - spiega il regista Lartigau nelle sue note - era in primo luogo il tema del distacco, della separazione vissuta come una lacerazione. È possibile lasciarsi con dolcezza? È possibile amarsi profondamente senza vivere in simbiosi? Come lasciare a ciascuno il proprio spazio di libertà? Che ne è del nostro sguardo sull'altro quando cresce ed evolve? E il fatto di amarsi molto, non vuol dire necessariamente che ci si ama bene. In una famiglia, che cosa aiuta a costruire, che cosa serve per andare avanti, che cosa ci fa soffocare? Dove posizionare il cursore in queste scelte?". E' su dette basi che il nostro ha costruito una commedia garbata e divertente, pur se non priva di asprezze, con un dosaggio degli ingredienti talmente perfetto da aver riscosso, in patria, un enorme successo di pubblico non disgiunto dall'approvazione della critica.
Insomma, direte voi, anche in Francia è la commedia a trionfare al box-office. Certo, ma - si sarà ben capito - assai diversa da quella che è solita trionfare da noi: "La famiglia Belier" è lontana mille miglia da - per fare un titolo - "Si accettano miracoli", pur se in entrambe sono i buoni sentimenti al centro della narrazione. Il perché è semplice: ve la immaginate, voi, la scena di un produttore nostrano che si veda recapitare una sceneggiatura ove i protagonisti sono tre sordomuti, ambientata in provincia, con la pretesa di scassare i botteghini? In Italia si va sul sicuro, il che vuol dire o le beceraggini d'uso  o, nella migliore della ipotesi, dei favolelli tutti squagliati prima di approdare al finale. Così, per goderci una serata di relax, con una pellicola che abbini risate pure grasse a delicate sottolineature, ci tocca di  andare a vedere pellicole come "La famiglia Belier": che, tra parentesi, conta su attori allo stesso tempo sanguigni e meravigliosamente misurati. Momenti come quelli in cui papà Belier pone le dita sull'ugola di Paola che canta, per poter sentire la bellezza di un dono che non gli è stato concesso, o  in cui quest'ultima esegue per la commissione giudicatrice un brano che suona commiato dalla sua amata famiglia d'origine, sono toccanti e nient'affatto melensi. Insomma, ecco un piccolo grande film, da consigliarsi senza tema di smentita a spettatori di ogni età.
                                                                                                                                   Francesco Troiano

LA FAMIGLIA BELIER. REGIA: ERIC LARTIGAU. INTERPRETI: KARIN VIARD, FRANCOIS DAMIENS, ERIC ELMOSNINO, LOUANE EMERA, ROXANE DURAN. DISTRIBUZIONE: BIM. DURATA: 100 MINUTI.

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