mercoledì 14 gennaio 2015

La teoria del tutto

Cambridge, 1963. Stephen Hawking, brillante laureando in Fisica appassionato di cosmologia ("una religione per atei intelligenti", la definisce), incontra Jane, che studia Lettere con specializzazione in francese e spagnolo. Si vedono per la prima volta ad una festa scolastica, e s'innamorano. E' l'inizio di un sentimento destinato a durare nel tempo, ma subito sottoposto ad una durissima prova: Stephen viene colpito da una grave malattia neurologica degenerativa, che gli lascia - a parere dei medici - non oltre due anni di vita. Comprensibilmente affranto, egli inizia a lasciarsi andare; ma non ha fatto i conti con la determinazione di Jane, che lo sostiene al punto da convincerlo a mettere su famiglia. Avranno due figli, a coronamento di una lunga, atipica, a tratti straziante, storia d'amore.

Non è la prima volta che la straordinaria vicenda, umana quanto professionale, di Stephen Hawking, l'astrofisico affetto da Sla e divenuto celebre per i suoi studi sui buchi neri, trova la via dello schermo: è già avvenuto in un tv movie del 2004, interpretato da Benedict Cumberbatch (che, per una singolare combinazione, quest'anno contenderà l'Oscar, con la sua formidabile personificazione del matematico Touring, proprio al grande amico Eddie Redmayne, qui protagonista). Dietro la macchina da presa, per l'occasione, c'è James Marsh, regista già premiato con l'Oscar per lo splendido documentario "Man on Wire". Diciamo subito che, nell'approccio al film, il pur dotatissimo cineasta opta per una narrazione mainstream che fa torto alla sua originalità d'autore: ne risulta una regia piatta, notarile, che sta sulle cose e si concentra sulla forza del rapporto fra Stephen e Jane, mettendo un po' fra parentesi l'aspetto accademico ed intellettuale della vita del nostro.
                                                                                                                                    
Intendiamoci, è comprensibile aver timore di fondare una pellicola sulla decadenza fisica di un uomo, sia pur contrapposta all'eccellenza intatta della sua mente: tuttavia, preferire un modulo narrativo così convenzionale, per raccontare un'esistenza fuori dal comune, non era la sola scelta possibile. D'altro canto, di certo Marsh si è reso immediatamente conto di poter contare su una coppia d'attori superbi: la strepitosa Felicity Jones, dolcezza e carattere, tenerezza e rigore; ed Eddie Redmayne, incredibile  tanto nell'incarnare la progressiva deriva fisica di Hawking che nel rendere, segnatamente pel tramite dello sguardo, quella dolcezza sofferta e ironica che ne ha fatto un'icona internazionale. Il desiderio di vivere malgrado tutto, di seguire un proprio tragitto a scapito delle tempeste della sorte, sta al centro del suo discorso finale ed è detto senza retorica, con l'orgoglio di chi ha dimostrato, giorno per giorno, con infinito coraggio, la credibilità delle proprie parole.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

LA TEORIA DEL TUTTO. REGIA: JAMES MARSH. INTERPRETI: EDDIE REDMAYNE, FELICITY JONES, CHARLIE COX, EMMA WATSON. DISTRIBUZIONE: UNIVERSAL. DURATA: 123 MINUTI.

Nessun commento:

Posta un commento