lunedì 20 ottobre 2014

L'amore bugiardo - Gone Girl


Nick Dunne e Amy Elliott s'incontrano nel corso di una serata newyorkese molto chic. Sono ambedue giovani, brillanti, attraenti: sembrano davvero fatti l’uno per l’altra. Si innamorano, si sposano e, allorquando stanno per decidere di metter su famiglia in piena regola, la crisi economica li colpisce e d’un tratto, perduto entrambi il loro lavoro, sono costretti a lasciare l’amata New York per il meno attraente Missouri. Li attendono il babbo di lui, ricoverato con l’Alzheimer, la madre ammalata di un tumore giunto allo stato terminale, e l’inizio di una crisi di coppia, forse prevedibile. Ma è solo laddove, alla mattina del loro quinto anniversario di matrimonio, Amy sparisce nel nulla che l'esistenza di Nick si trasforma in una sorta d'incubo. La sorella, assieme alla quale è proprietario d'un bar comprato coi soldi della moglie, cerca di aiutarlo in tutti i modi, ma viene, addirittura, arrestata per favoreggiamento; una sua alunna - Nick è, pure, insegnante - rende pubblica la relazione che ha con lui; e l'opinione pubblica, fomentata dalle morbose ipotesi avanzate durante telegiornali e talk show, gli è ferocemente ostile, sino a che l'accusa di omicidio viene formulata e le porte della galera si spalancano dinanzi a lui...

Tratto dall'omonimo best-seller di Gillian Flynn (in Italia, lo ha pubblicato Rizzoli), "L'amore bugiardo" va ad arricchire il numero di quelle pellicole giocate sulla scomparsa di uno tra i personaggi. E' un filone più ricco di quanto si può ipotizzare: s'inizia col classico "La signora scompare" (1938, rifatto nel '79 da Anthony Page come "Il mistero della signora scomparsa") e si arriva sino ai due "The Vanishing" (1988 e 1993), diretti entrambi dall'olandese George Sluizer, passando per B-movie come "Breakdown" (1997) di Jonathan Mostow o blockbuster come "Frantic" (1988) di Roman Polanski. Ogni volta, dietro la sparizione misteriosa, si cela un qualche progetto messo in atto da dei gruppi criminali, o la follia d'un singolo maniaco; insomma, è la struttura del thriller a fungere da ossatura di ciascun film (magari in chiave di commedia, come nell'archetipo hitchcockiano).

Fincher, invece, ha preso una strada diversa: quella della riflessione sulla crisi d'una coppia, e le possibili conseguenze. O, ancora, per usar le sue parole, si tratta di un'opera che parla di narcisismo, che riflette "su come noi ci mostriamo per attrarre qualcuno che pensiamo   valga la pena. Come costruiamo il nostro personaggio, il nostro make up, e lo difendiamo contro le evidenze. Il sottotema è il vampirismo dei sentimenti". In definitiva, "Gone Girl" - il titolo originale è assai migliore di quello italiano - è un dramma che, nel finale, diviene a forti tinte, non qualcosa che si basa sulla suspense. Calcolando che esso si estende per due ore e mezza, non è difficile capire come soffra di vistosi cali di tensione, che inutilmente il regista di "Seven" cerca di ridurre proponendo un lavoro di "tutta trama": ne soffrono, a scorno della durata, le psicologie dei personaggi e l'interesse dello spettatore, che cala sempre di più. Ma il difetto principale del film, peraltro confezionato con una professionalità che va dalle valide scelte di casting agli ottimi contributi tecnici, sta nel cercare pubblico proprio - se capite cosa intendiamo dire - nella tipologia di persone che esso pare stigmatizzare: gente che, magari, si riconosce in certe degenerazioni coniugali e, comunque, è morbosamente attratta dai fatti di cronaca ove abbondi sangue e sesso. Certe rubriche televisive han costruito sulla formula le proprie fortune; ed è un poco deprimente che un cineasta delle capacità di Fincher diriga sul grande schermo una vicenda "che sembra vera", per solleticare i peggiori istinti in luogo di dare i sani brividi di sempre.
                                                                                                                                 Francesco Troiano

L'AMORE BUGIARDO - GONE GIRL. REGIA: DAVID FINCHER. INTERPRETI: BEN AFFLECK, ROSAMUND PIKE, NEIL PATRICK HARRIS. DISTRIBUZIONE: FOX. DURATA: 145 MINUTI.

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