martedì 18 marzo 2014

Non buttiamoci giù

Martin Sharp era un conduttore televisivo di successo, sino al momento in cui la sua relazione con una ragazza minorenne - ch'egli riteneva avesse venticinque anni - gli ha mandato in frantumi l'esistenza: dopo esser stato cacciato dal lavoro, ha veduto la moglie divorziare e chiedere la custodia delle figliole. Disperato, la notte di Capodanno decide quindi di farla finita gettandosi dal tetto della Topper's Tower, uno tra gli edifici più alti di Londra. Il suo piano viene, però, interrotto dall'arrivo di Maureen (ha un figlio gravemente disabile), della diciottenne Jesse (la misteriosa scomparsa della sorella l'ha sconvolta) e da un ragazzo di nome JJ (un cancro al cervello, pare). Ognuno di loro è arrivato in cima all'edificio con il medesimo intento: porre fine ai propri giorni. Ma l'inatteso incontro li spinge a mutar idea e rimandare il rendez-vous con il decesso. Firmano perciò tutti un documento nel quale promettono di non uccidersi prima di San Valentino, e siglano un accordo; che li unirà, vieppiù, dopo l'uscita sui giornali della notizia del tentato suicidio di Jesse, figlia di un importante politico...

Non ha avuto particolare successo, Nick Hornby, con la trasposizione delle proprie opere sul grande schermo. Tralasciamo, per carità di patria, l'oltraggio patito dal nostro con "E' nata una star?" (2012) di Lucio Pellegrini, sciagurata versione indigena di un romanzetto fra i meno convincenti dei suoi. "Febbre  a 90°" (1997) di David Evans - l'unico del quale egli abbia firmato lo script - sacrificava le psicologie dei personaggi alla facile suspense delle partite. "About A Boy" (2002) di Chris e Paul Weitz rendeva cupa deliberatamente la storia, cancellando ogni traccia di romanticismo in favore d'una riflessione di stampo generazionale. Alla fine, il solo "Alta fedeltà" (2000) rendeva giustizia alla pagina scritta: merito della regia pungente di Stephen Frears, capace di conferire la giusta dose di cattiveria a quello che, altrimenti, molto sarebbe assomigliato ad un manuale di educazione sentimentale autoassolutoria.

Questa volta, è toccato all'abile artigiano Pascal Chaumeil ("Il truffacuori", 2010) l'onere di confrontarsi con un romanzo dei suoi, e tra i migliori: "Non buttiamoci giù" (Guanda, 2005) delinea una vicenda per nulla banale, popolata da figure irresistibili, col consueto umorismo light corretto da iniezioni di humour nero, tra ilarità e sconforto. Il regista francese gira benissimo l'incipit, perfetto sin dalla pagina scritta; dipoi, è alquanto incerto sulla direzione da far prendere al racconto, un poco incline al sogghigno, un poco all'intenerimento. Se il gioco, alla fine, funziona e possiede una sua gradevolezza, gran parte del merito va al cast: la palma la daremmo al duo femminile dove, accanto alla come sempre strepitosa Toni Collette, risplende l'astro di una Imogen Poots irresistibile nel suo blend agrodolce, sin d'adesso attrice tra le più valide della propria generazione.
                                                                                                                                     Francesco Troiano

NON BUTTIAMOCI GIU'. REGIA: PASCAL CHAUMEIL. INTERPRETI: PIERCE BROSNAN, TONI COLLETTE, IMOGEN POOTS, AARON PAUL, SAM NEILL, ROSAMUND PIKE. DISTRIBUZIONE: NOTORIOUS. DURATA: 96 MINUTI. 

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